Piattaforma: Playstation 3 (PAL)
Sviluppatore: SCE Japan Studio
Pubblicazione: 11 Settembre 2013
Sviluppatore: SCE Japan Studio
Pubblicazione: 11 Settembre 2013
Qualcuno evidentemente gioca ancora con i platform bidimensionali, nonostante tutto. Non si spiega altrimenti il recente ritorno alla ribalta di un genere che, a voler essere generosi, era dato per spacciato da un paio di lustri. E con una qualità media da far tremare le gambe ai signori di Nintendo, oltretutto: prima Rayman Origins e Legends, dopo Puppeteer (パペッティア). Un platform giapponese, già. Anche se a vederlo non lo diresti. Puppeteer, a modo suo, è un po’ il suo seguito ideale: in Clockwork eri un pupo siciliano noto ai più (?) come Sir Tongara de Pepperouchau III (facciamo solo Pepper?), mentre in Puppeteer beh… sei un pupazzo di legno. O meglio: sei un ragazzino di nome Kutaro trasformato in marionetta da un terribile tiranno. Un elemento che accomuna – con le ovvie e dovute differenze “anagrafiche” – i due titoli summenzionati è il level design stravagante e “teatrale”: muovere i primi passi in ambienti quali comunissime cucine o stanze da letto piene di giocattoli, improvvisamente gigantesche se rapportate alla nostra modesta “statura”, era affascinante su Sega Saturn e lo è – grazie alla coinvolgente narrazione ed alle incredibili magie della alta definizione – tutt’oggi su Playstation 3. La coinvolgente narrazione, dicevamo. Si, perché dietro ad un platform dal gameplay sopraffino ed originale, dall’umorismo sempre gradevole e dalla estetica un po’ burtoniana si nasconde una fiaba ottimamente narrata e portata a schermo grazie a magistrali scenografie dipinte a mano nelle quali, con magica naturalezza, ogni personaggio prende vita. Cullati dagli ottimi doppiaggi (tutto sommato nemmeno troppo strampalati addirittura nella edizione italiana), dalla deliziosa sceneggiatura e dalla granitica colonna sonora (di tale Patrick Doyle che ha realizzato, tra le altre, le musiche di Harry Potter e il calice di fuoco ma anche di film estranei al “genere” quali Carlito’s Way e Donnie Brasco) sarà impossibile non sentirsi tutt’uno con questo buffo burattino armato solo delle sue forbici magiche e della sua audacia, fermamente risoluto – nonostante gli evidenti rischi - a sconfiggere il malvagio Re Orso e restituire il regno, indebitamente sottratto, alla Dea della Luna. Una avventura esile ed epica al tempo stesso. Un prodotto dichiaratamente di nicchia ma con le aspirazioni del grande racconto fantasy per bambini. Una storia di coraggio e speranza. Una commedia che vale il prezzo del biglietto. Un ottimo platform dal sapore antico ma moderno che altri platform, in futuro, dovranno considerare come nuovo metro di paragone.
Ma pazienza: il tempo è galantuomo. O almeno lo spero.
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