Piattaforma: Megadrive (NTSC/J)
Sviluppatore: Game Freak
Pubblicazione: 22 Aprile 1992

cover Magical Taruruto Kun
I platform giapponesi ci piacciono perché, tutto sommato, abbiamo un debole per i giochi beoti: buffi personaggi che con quelle teste fottutamente enormi sfidano ogni legge anatomica e fisica. Nemici di fine livello che non fanno paura ma manco per sbaglio ed anzi fanno pure un po’ simpatia. Grafica sgargiante ma prima ancora tondeggiante.

Se si ha la fortuna di incappare in giochi che fanno della demenza un marchio di fabbrica, poi, è il massimo. E senza scomodare Hudson con la sua cavernicola mascotte (Pc Genjin), è facile rinvenire – nel bel mezzo dell’epoca d’oro della grafica bidimensionale – prodotti del genere. Tra questi, ingiustamente poco noto, figura Majikaru Taruruto-kun.
Video promozionale (ed animato) televisivo.
Il personaggio principale - un maghetto alto quanto un comodino - è disegnato da Tatsuya Egawa che, oltre al manga (già, il gioco è tratto da un manga che non ho mai visto o letto, dunque non chiedete) avente come protagonista il summenzionato nano da circo o quel che è, immagino sia noto ai più per Be Free! e Golden Boy. Se tanto mi dà tanto, c’è da essere certi che il videogioco ripercorra grossomodo gli avvenimenti salienti del manga, riproponendo stessi compagni di avventure e nemici. Ma importa davvero a qualcuno? L’importante è, vivaddio, che ne sia venuto fuori un platform con gli attributi. E su questo – dite poco? – dovremmo essere tutti in accordo.
screnshoot Magical Taruruto Kun
Se proprio dobbiamo star lì a spaccare il capello a quattro, un difetto c’è: è un gioco facile. Facile e tutto sommato archiviabile nel giro di uno o due giorni. Ma è difetto comune a tanti altri – ed osannati (talvolta immeritatamente) – platform per Megadrive. E poi, fosse stato un gioco da pagare al grammo, per quanto costoso e ricercato, allora sarebbe stato un serio difetto. Ma stiamo qui parlando di un titolo che, con un po’ di fortuna, si porta a casa per poche monete.
screnshoot Magical Taruruto Kun
E rimane, urge ribadirlo, un titolo “da posa” che non dovrebbe mancare sulla vostra mensola, cari amici collezionisti. Sempre meglio, comunque, di certi quadri che potrebbero decidere di regalarvi come regalo nuziale.
Barney True Story HIMYM
Il gameplay funziona a dovere: la manovrabilità è ottima e rende piacevole vagare per i colorati e demenziali scenari di gioco. Le nutrite azioni e magie messe a disposizione, così come gli innumerevoli e sempre vari pattern dei personaggi nemici, rappresentano una consistente attrattiva e consentono di completare ogni singolo stage senza certo annoiarsi. Il character design è assolutamente adorabile ed accattivante: le espressioni dei nemici e dello stesso protagonista, le animazioni a schermo, i coloratissimi stage… tutto è stipato in cartuccia con non poca bravura. Graficamente, con Megadrive collegato in rgb ad un buon televisore crt da 29 pollici, è come avere una scheda jamma dei primi anni ’90 nascosta dietro allo schermo: nel suo piccolo, certamente, non ha nulla da invidiare a Daiku no Gensan (Hammerin’ Harry) ed altri illustri esponenti arcade del genere. Le bmg, inutile dirlo, saranno con buona probabilità tratte dall’anime; comunque sia sono decisamente orecchiabili. Ovvio, non sono state partorite da Koji Kondo o qualche altro maledetto genio. Ovvio, non le fischierete sotto la doccia o cercando un parcheggio per andare a fare la spesa. Ma accompagneranno degnamente l’azione del gioco.
screnshoot Magical Taruruto Kun
In definitiva, almeno per lo scrivente, un grande platform bidimensionale che, all’interno del catalogo Megadrive, passa spesso inosservato. Un prodotto che, per l’amante del software “esotico”, diviene quasi imprescindibile. Se avessero aggiunto un paio di stage in più e qualche puzzle anche solo vagamente impegnativo, mi piace pensare, avremmo trovato in Taruruto un platform persino migliore di alcuni altisonanti colleghi. In grado di mettere in discussione, forse, anche taluni porcospini blu.

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